Siamo
tornati sulle colline di Bevagna. Ormai conosciamo bene la Valletamantina dove siamo sempre accolti a braccia aperte. Nel mese
di aprile approfittiamo di una settimana di belle giornate di sole.
Le fioriture colorano i prati e negli uliveti ci si attiva per la
potatura.
Ci
incamminiamo per un'escursione a Collemancio che fu comune autonomo
fino al 1870 quando divenne una frazione di Cannara che si trova più
in basso nelle piana. Collemancio è in bella posizione, situato su
un colle a settentrione dei monti Martani a circa 500 metri di
altitudine. I boschi occupano una parte del territorio mentre la zona
intorno al paese è coltivata soprattutto con uliveti. Il borgo ha
una settantina di abitanti, soprattutto agricoltori e pensionati.
Su
un colle vicino al paese era un'antica città romana: Urvinum
Hortense e i resti, soprattutto le massicce mura, sono ancora
visibili anche se in parte circoscritti in un'area di scavi recintata
nella quale lavorano gli archeologi. Nell'antichità la valle
sottostante, tra queste colline e Assisi, era un grande lago e
Urvinum Hortense si trovava
in una posizione strategica eccezionale che permetteva di controllare
un'ampia zona di territorio anche verso la valle del Tevere. Furono i
Romani, in epoca repubblicana a intraprendere l'opera di
prosciugamento del lago. Poco a poco Collemancio perse la sua
importanza a favore del borgo di Cannara, situato nel fondovalle.
Attualmente è nel museo di Cannara che si trovano tutti i reperti
trovati durante le campagne di scavi.
La
partenza per questa escursione si fa poco lontano da un altro antico
borgo: Castelbuono, oggi frazione di Bevagna, e del quale abbiamo già
parlato altrove.
Saliamo,
lasciandoci alle spalle la valle Umbra, verso la cresta della collina
lungo una ripida strada bianca che si trasforma poi in sentiero.
Arrivati sull'alto del colle, ci fermiamo per prendere fiato e per
approfittare del magnifico panorama che spazia tra Spoleto e Perugia.
|
In lontananza Santa Maria degli Angeli e la Basilica di San Francesco a Assisi |
Da qui il percorso si fa più tranquillo, prima scendendo con un
ampia curva che ci dirige verso nord, poi continuando con dolci
saliscendi tra prati e boschi.
Camminiamo in effetti, non su un
sentiero ma su una strada provinciale, la 412 che però, essendo
interrotta in direzione di Pomonte è tranquilla come un sentiero di
montagna.
Qua e là qualche casa con contadini al lavoro, soprattutto
attorno agli ulivi.
Collemancio appare all'orizzonte sul suo colle
fin dall'inizio della strada, poi lo perdiamo di vista, fino
all'ultima curva.
All'ingresso
del paese è il massiccio castello del X secolo che protegge il borgo
fortificato, poi due vie si allungano sul colle, riunendosi dalla
parte opposta.
Facciamo
una passeggiata tra le viuzze del paesino.
Sembra un paesaggio da
cartolina. Incontriamo qualcuno dei rari abitanti, sorridenti e
cortesi.
Dopo essere usciti dal borgo saliamo sul colle vicino sove
si trovava l'antica città romana.
Una strana pensilina di autobus
sembra sia stata riconvertita in cappella votiva.
Sul
colle, in magnifica posizione, le grandi pietre squadrate delle
antiche mura. Sono vestigia che a prima vista non hanno nulla di
artistico ma che sembrano racchiudere e raccontare una storia
millenaria.
Torniamo
sui nostri passi e riprendiamo la provinciale 412 in senso inverso.
|
Limigiano | |
Sulla sinistra, più in basso, appare il paese di Limigiano, altra
frazione di Bevagna. Decidiamo di dirigerci verso quel borgo
prendendo una mulattiera che sembra andare in quella direzione.
Ben
presto la via si trasforma in sentiero, continuando a scendere verso
la valle. Davanti ad una casa isolata chiediamo informazioni sul
cammino ad una signora seduta nel giardino.
Ci assicura senza
esitazione che Limigiano è in fondo alla strada... solo che dopo
qualche centinaio di metri la stessa strada si perde in un uliveto.
Continuiamo in direzione del paese che è sempre visibile sull'altra
costa del vallone.
Dopo un percorso scelto a naso ritroviamo un
sentiero che ci porta fino alle prime case. Da qui, dopo aver
attraversato il borgo risaliamo in direzione di Castelbuono,
attraversando per un tratto il parco delle sculture.
Davvero incantevoli, questi scorci! Mi ricordano molto la bella Irpinia in cui vivo.
RispondiEliminaE' una fortuna !
Elimina