giovedì 5 luglio 2018
Anne Le Maitre: Saggezza dell'erba
Gli
anni passano. Sui miei scaffali, quaderni e disegni si accumulano
come in cantina gli scarponi usati.
Ho
qualche cicatrice, ricordo di una spina o di un sasso. Ho il
polpaccio indurito e delle rughe agli occhi. Perché mentre facevo
il cammino, calcando la terra,
piegando l'erba, confermando con il mio passaggio il sentiero che
altri avevano seguito prima di me, nello stesso tempo il cammino mi
ha fatta. Mi ha graffiata, indurita. Ha dato al mio passo la cadenza
misurata del camminatore, ha affinato i sensi su cui conto per
trovare i funghi o la menta, per segnalarmi i cinghiali nella
boscaglia o il temporale sulla cresta. Mi ha screpolato il tallone e
la mia schiena si è incurvata sotto il peso dello zaino. Un po' di
terra sempre resta incollata alle mie suole.
Tanti
cammini frequentati così. Quanti chilometri, ore, giorni? Quanti
chili portati sulle spalle?
Niente
d'eccezionale, malgrado tutto.
Il
passo di un umano sulla Terra.
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