domenica 11 novembre 2018
Viaggio nel Delfinato 1
Lasciata
la valle del Rodano nei pressi di Montelimar, prendiamo la strada che
si dirige verso est, in direzione di Gap. I vigneti sono ancora
numerosi e, ai lati della strada, le insegne delle cantine espongono
le denominazioni dei crus
dei vini del posto: Côtes
du Rhone
piuttosto solidi e strutturati.
Attraversiamo
Nyons, conosciuta non solo per le sue olive e per l’olio che se ne
ricava ma anche per il suo clima mite: è soprannominata “la
piccola Nizza” perché soleggiata come la città della riviera.
Per
questo è stata nel passato una località di villeggiatura molto alla
moda e reputata da benestanti turisti parigini e del nord Europa.
Quei tempi fasti sono ormai lontani ma la cittadina ha ancora una
certa vivacità e il suo mercato settimanale è uno dei più grandi e
reputati della regione. Le stradine del centro storico si stringono
attorno ad una sorprendente torre-campanile mentre più in basso gli
spazi si allargano in una successione di piazze tra le quali quella
dell’antico mercato è circondata da portici.
Al limite del centro
storico un ponte detto “romano” (in realtà risalente al XV
secolo) è diventato uno dei simboli della città.
Poi,
dopo aver attraversato Nyons, le vigne e gli uliveti finiscono mentre
restano gli albicocchi, la cui produzione si è sviluppata nella
regione. La strada segue, risalendolo, il corso dell’Eygues,
affluente del Rodano. Siamo nelle Baronnies,
nel sud del dipartipento della Drôme, la cosiddetta Drôme
provenzale.
Nel
corso delle ere passate il fiume ha scavato la roccia, creando canyon
e meandri di sorprendente bellezza.
A tratti la strada passa tra alte
pareti, aggirando speroni rocciosi dalle faglie ondulate e
stratificate come pasta sfoglia.
Tra
l’XI secolo e il 1349, anno della sua annessione al regno di
Francia, il Delfinato era uno stato del Sacro Romano Impero. Fondato
dal conte di Albon, castello a sinistra del Rodano, oggi incluso
in questo stesso dipartimento della Drôme, il
Delfinato si
estendeva a sud fino alla Provenza e a est fino alle Alpi, inglobando
Bardonecchia e Fenestrelle. L'origine
dello strano nome è aneddotica: tra
i conti di Albon molti avevano come secondo nome Dauphin,
decisero così
di chiamare Delfinato il territorio da essi controllato e Delfino il
principe che lo amministrava. Quando il Delfinato fu annesso al regno
di Francia si prese l’abitudine di assegnare all’erede al trono
questa contea e di dargli quindi il titolo di Dauphin.
Continuiamo
il nostro viaggio seguendo il percorso del fiume. Dopo il paesino di
Sahune entriamo in una gola lunga quasi otto chilometri che si snoda
in curve e controcurve fino ad arrivare a Saint May.
Saint
May appare in alto, sulla sella di uno sperone roccioso che domina il
fiume. Siamo a meno di 400 metri sul livello del mare ma il paesaggio
appare erto e montagnoso. Più che un paese Saint May è un
villaggio, immagine da presepe.
Per raggiungerlo bisogna superare un
ponte e aggirare la falesia su cui l’abitato è costruito.
Sessanta
milioni di anni fa i movimenti tellurici hanno provocato lo
schiacciamento degli strati rocciosi che oggi possiamo osservare in
straordinari disegni.
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