sabato 12 settembre 2015
Le pagliare di Tione
Sono
relativamente pochi gli spazi coltivabili nell'Abruzzo aquilano e
particolarmente nella valle dell'Aterno. Il prosciugamento del lago
del Fucino fu una delle opere (la più spettacolare) destinate a
rimediare a questa carenza. Sui pendii meridionali del Gran Sasso è
facile incontrare mucchi di pietre, le macerine, risultato di
lunghi lavori di spietramento fatti nei secoli passati e
testimonianza tangibile della caparbia volontà degli abitanti di
questi luoghi di recuperare terreni per l'agricoltura.
Sulle
pendici nord del Sirente, anche gli abitanti di Tione, come quelli
dei paesi vicini Fontecchio e Fagnano, hanno nel passato cercato di
sfruttare ogni spazio disponibile, risalendo i pendii del monte e
disboscando gli altipiani del versante nord della montagna.
Vicino
a questi spazi si costruirono dei semplici edifici che diventarono
dei villaggi. Erano occupati solo nella bella stagione quando le
famiglie risalivano qui dai paesi sottostanti per coltivare i campi.
Sono le pagliare, piccole costruzioni in pietra calcarea
costituite da due locali sovrapposti: in basso la stalla e sopra
l'abitazione.
A parte la porta, spesso non ci sono altre aperture se
non piccolissime finestre. Le pagliare di Tione a 1084 metri
di quota, sono senz'altro le più conosciute. Arroccate su uno
sperone roccioso, dominano una bella piana, ancora oggi usata come
pascolo.
La vista sulla parete nord del Sirente è magnifica e
spettacolare. Un sorprendente pozzo circolare di notevoli dimensioni
fu costruito per raccogliere l'acqua piovana.
Oggi
alcune di queste abitazioni sono all'abbandono, altre sono state
ristrutturate e sono diventate residenze di vacanza.
Solo la presenza
di qualche automobile, arrivata fin qui percorrendo la non facile
strada (è piuttosto un'ippovia) trasporta il luogo nel mondo
moderno.
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