sabato 4 giugno 2016
Normandia: la costa di alabastro
Da
Le Tréport verso sud ovest fino a Le Havre si stende la “Costa di
alabastro”. Il nome fa riferimento al colore delle falesie che, per
quasi centoventi chilometri chiudono la riva di questa parte di
Normandia detta anche “Paese di Caux”.
Solo
i piccoli torrentelli costieri, che hanno scavato nel tempo il calcare
delle scogliere, hanno permesso la costruzione di qualche paese e tre
fiumi un po' più importanti la costruzione di tre città: Fecamp,
Dieppe e Le Tréport. Altrove i prati finiscono su strapiombi alti
dai sessanta ai centoventi metri e solo qualche villetta si affaccia
qua e là su queste pendici.
Qualche
chilometro a sud di Dieppe, le vie del paesino di Varengeville si
snodano in uno scrigno di verde, tra boschi, campi coltivati e
macchia. Ville che a volte sembrano castelli, circondate da ampissimi
spazi dove pascolano cavalli; altre abitazioni più modeste ma pur
sempre ricche. Siamo a qualche chilometro da Dieppe ma ben più
lontani dall'ambiente di quella città popolare.
Al
fondo di una strada troviamo il cimitero marino adagiato attorno alla
chiesa.
Si trova in una posizione straordinaria e il panorama è
veramente splendido.
Il cimitero è marino per modo di dire perché
in realtà non accoglie né marinai né pescatori. Infatti il paese
si trova in alto, a ottanta metri sulla falesia ed non ha nemmeno un
porto. Attualmente l'erosione della fragile roccia calcarea, che
perde quasi un metro all'anno, mette in pericolo non solo il cimitero
ma anche la chiesa.
Non si scavano più nuove tombe e, malgrado i
vani tentativi di consolidamento, i crolli sono ormai considerati
come inevitabili. Qui è sepolto il pittore impressionista Gerorge
Braque che visse gli ultimi trent'anni della sua vita a Varengeville.
Ma tutta la costa d'alabastro fu un luogo privilegiato per gli
impressionisti.
Qua e là delle riproduzioni di quadri sono
installate nei luoghi in cui furono dipinti.
Furono
i fratelli Jérôme et Jean Tharaud, membri dell'Académie
française a far conoscere questo luogo ai francesi:
A
picco sul mare, in un luogo da cui lo sguardo scopre una lunga linea
di costa a forma di falce, spiagge di ciottoli, distese di verde che
regnano dall'alto sulle onde, rive lontane, che assumono in certe
sere un'aria di apparizioni, un'immensa distesa di flutti sui
quali la luce disegna dei regni di colori cangianti, il cimitero di
Varengeville è uno dei più bei posti del mondo.
In
mezzo alle tombe, la chiesa, una vecchissima chiesa, che sembra
curvare la schiena sotto il vento e il temporale. I furiosi attacchi
e le imprevedibili infiltrazioni del mare minano e rosicchiano la
prateria e il bosco che sono il suo zoccolo vegetale. Siamo inquieti,
inquieti per le tombe riunite sotto la sua guardia, modeste o
solenni, ugualmente cullate dal mormorio senza fine che le perde e le
incanta.
Lasciamo
il cimitero di Varengeville scendendo lungo un sentiero che si
abbassa verso il mare.
Un albero solitario è rimasto piegato dagli
anni di vento che hanno soffiato dal mare e adesso, in questa bella
giornata di sole, sembra fisso nel ricordo di una tempesta che oggi
non c'è.
Il
sentiero si abbassa ancora, fino quasi alla base della scogliera,
poi
risale tra gli alti alberi di un bel bosco. Arrivati di nuovo sul
piano, dopo aver seguito verso nord una via parallela alla costa che
non è altro che il percorso della Grande randonnée del
litorale, rientriamo nel bosco.
Delle polle d'acqua formano limpidi
laghetti che riflettono i colori degli alberi circostanti. Il cammino
continua tra bosco e scogliera, scendendo ancora in un'altra stretta
apertura che questa volta ci porta fino alla riva.
Poi
risaliamo un'ultima volta, allontanandoci dalla costa. Attraversiamo
il paese e ci dirigiamo verso l'entroterra.
È
un viaggio tra scorci e paesaggi sempre differenti.
Adesso lo sguardo
spazia su vasti campi coltivati, a grano o a colza; l'orizzonte è
mosso come una lunghissima onda. La via si allunga in lontananza.
Ogni tanto una piccola mandria di mucche che pascola tranquilla
mentre qualcuna ci guarda incuriosita.
I colori sono anche qui molto
vivi tra il verde del grano non ancora maturo, e quello più scuro
dei boschetti sulla cresta delle basse colline è il giallo vivo dei
fiori di colza o il nocciola dei campi arati.
Dopo
un lungo giro ritorniamo verso Varengeville rientrando in un bosco.
Tra le stradine del paese ancora giardini e fioriture profumate di
lilla e di biancospino.
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